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Nel 2025, il panorama digitale è in piena trasformazione. Chi cerca prodotti o informazioni non pensa più solo a “cercare su Google” — spesso, l’utente inizia chiedendo a un assistente conversazionale o modello generativo. Shopping in chat e ottimizzazione generativa. In questo contesto, non basta più “posizionarsi bene su Google”: serve essere citati, raccomandati, integrati nelle risposte generate dall’IA. Il nostro obiettivo: capire come funziona questo cambiamento, come entrare “nello spazio generativo” e far sì che il tuo portale non sia solo visibile, ma credibile e memorabile.
(tempo di lettura 11 minuti)
Shopping in Chat. OpenAI ha lanciato “Buy it in ChatGPT: Instant Checkout”, una funzione che consente agli utenti (negli Stati Uniti, inizialmente) di acquistare direttamente all’interno della chat, senza essere reindirizzati su un sito esterno. Questo è possibile grazie all’Agentic Commerce Protocol, sviluppato con Stripe e rilasciato come standard open source per favorire integrazioni da parte di rivenditori e sviluppatori.
L’idea è che ChatGPT non sia più solo uno strumento di ricerca o assistenza, ma anche “negozio conversazionale”. A regime, si prevede che OpenAI trarrà commissioni dalle transazioni completate attraverso questa funzione.
Questo modello solleva domande strategiche: quali marchi saranno mostrati? Come verranno gestite le commissioni, la logistica, l’attribuzione del cliente? Come garantirsi che il portale sia quello che “viene citato”?
Non è solo ChatGPT a muoversi verso il commercio conversazionale. Perplexity ha introdotto Perplexity Shopping, un motore che cerca prodotti in risposta a query naturali, presentando consigli con immagini, spiegazioni e link contestualizzati.
Inoltre, Perplexity ha siglato una partnership con PayPal per abilitare acquisti in-chat diretti, contribuendo alla “rivoluzione dell’e-commerce conversazionale”. In pratica: l’utente chiede, il sistema risponde e può acquistare senza uscire dalla finestra della chat.
Questo posiziona Perplexity come concorrente nel campo dell’agentic commerce, cioè assistenti intelligenti che non solo mostrano prodotti, ma aiutano a completare la transazione.

Il termine GEO (Generative Engine Optimization) definisce l’insieme di pratiche e strategie per fare in modo che i contenuti siano “comprendibili, selezionabili e citabili” dai modelli generativi e dai motori IA. È stato formalizzato da Aggarwal et al. nel paper “GEO: Generative Engine Optimization” (2023), che introduce un framework per misurare e migliorare la probabilità che contenuti vengano inclusi nelle risposte generative. arXiv
Un successivo studio aggiornato, “Generative Engine Optimization: How to Dominate AI Search” (2025), mostra dati empirici: in certe condizioni, le tecniche GEO possono aumentare la probabilità di citazione anche del 40 %.
In breve: se prima l’obiettivo era “posizionarsi su Google”, ora è “essere citati da ChatGPT / Perplexity / Gemini / altri”.
Ecco alcuni punti chiave che distinguono le due discipline:
| Aspetto | SEO tradizionale | GEO / ottimizzazione per motori generativi |
|---|---|---|
| Obiettivo principale | Scalare le SERP, ottenere click | Essere citati nelle risposte generate |
| Metrica chiave | Ranking, CTR, tempo sulla pagina | Impression (numero di volte che il contenuto è referenziato), posizione nella risposta generata |
| Struttura del contenuto | Keyword, link interni, backlink, densità semantica | Chiarezza, struttura gerarchica, frasi sintetizzabili, uso di citazioni, markup semantico |
| Autorità richiesta | Backlink, dominio forte, reputazione SEO | Earned media, citazioni esterne, collaborazione con fonti autorevoli |
| Frequenza / aggiornamento | Importante, ma spesso mensile | Più prevalente: i modelli generativi privilegiano contenuti freschi e aggiornati |
Secondo a16z, i modelli generativi “premiano” contenuti ben organizzati, facili da “scansionare” e semanticamente coerenti, anche più che contenuti che semplicemente ripetono keyword.
“SEO rimane cruciale per i motori tradizionali; GEO offre un vantaggio aggiuntivo ottimizzando contenuti per motori IA”.
Il paper “How to Dominate AI Search” evidenzia che i motori generativi mostrano un forte bias verso le fonti “earned media”, cioè risultati provenienti da terzi (articoli indipendenti, media autorevoli) piuttosto che da contenuti direttamente promossi o brand-owned.
In pratica: avere citazioni da giornali, blog influenti, media di settore può dare un vantaggio critico nel far sì che l’IA scelga di citare i tuoi contenuti.
A questo punto, non serve solo teoria: ecco come “mettere le mani in pasta”.
Un modello generativo spesso prende blocchi informativi e li sintetizza. Ciò che viene citato:
Esempio: se spieghi “cosa è GEO”, scrivi un paragrafo semplice come “GEO, o Generative Engine Optimization, è l’insieme di tecniche per…”, così che l’IA possa estrarre e citarlo direttamente.
Anche se non tutte le piattaforme di IA lo supportano ancora, è importante anticipare formati come schema.org, FAQ schema, e persino file come llms.txt (analogo al robots.txt ma per motori IA). Alcune fonti (vedi Wikipedia) segnalano che il concetto di llms.txt è già discusso come strumento per guidare i modelli generativi.
Dato che i modelli generativi favoriscono fonti terze autorevoli, è strategico:
ChatGPT, Perplexity, Gemini, Claude hanno modalità e preferenze diverse. Uno studio accademico recente (Role-Augmented Intent-Driven G-SEO) propone approcci specifici basati sull’intento dell’utente e sul ruolo che il contenuto può ricoprire nel dialogo.
Quindi: non esiste un’unica via “GEO universale” — va calibrata in base alla piattaforma.
Occorrono strumenti per monitorare quanto spesso il tuo contenuto è “cittato” nei motori generativi:
Immaginiamo che tu gestisca un portale chiamato TechDigitale, specializzato in tecnologia e gadget. Vuoi essere citato quando un utente chiede “migliori cuffie noise cancelling 2025”.
Pubblica una guida aggiornata, ben strutturata:
Fai un guest post su riviste tech, o coinvolgi test indipendenti che citano la tua guida. Promuovi menzioni su blog influenti.
Implementa markup schema per “Product”, “Review”, “FAQ”. Prepara versioni aggiornate (2025) ogni pochi mesi.
Fai query su ChatGPT (“quali cuffie noise cancelling 2025 consiglia?”), chiedi a Perplexity. Vedi se appare “TechDigitale” nei suggerimenti o citazioni.
Nel contenuto, includi call-to-action (CTA) in forma utile (es. “Vedi la guida completa su TechDigitale”) o pulsanti verso pagine di prodotto interne. Anche se l’utente potrebbe non cliccare — l’obiettivo primario è farsi citare — ma se clicca, lo porti sul tuo ecosistema.
Se il tuo portale diventa visibile solo se i modelli ti citano, sei soggetto a cambiamenti algoritmici black-box. Una modifica al modello rischia di escluderti.
I modelli AI possono favorire brand noti o contenuti “verosimili” anche se errati. Il rischio: chi domina l’IA cita sé stesso. Un articolo su The Guardian evidenzia che “si possono manipolare i chatbot” indirizzandoli a specifiche risposte.
Quando un modello sintetizza contenuti da fonti multiple, la linea tra “ricitazione giusta” e “uso improprio” è sottile. I publisher già spingono per regole chiare sull’uso dei contenuti da modelli generativi.
Uno studio su chatbot e-commerce (ArXiv, 2024) mostra che l’empatia percepita, la chiarezza e il disclosure “sono moderatori importanti” per la fiducia dell’utente. Se il chatbot appare impersonale o opaco, l’utente può resistere anche se la funzionalità è buona.
Integrare funzioni di e-commerce in chat richiede infrastrutture robuste, sincronizzazione inventari, sistemi di pagamento affidabili e sicuri.
Stiamo vivendo una fase pionieristica: non basta essere “nei risultati”, serve essere citati. Le strategie GEO dovranno diventare parte integrante del mix digitale: contenuto scritto bene, struttura semantica, relazioni esterne, autorità, markup, e sperimentazione attiva su ChatGPT, Perplexity & co.
Con ChatGPT Instant Checkout, gli utenti negli Stati Uniti possono acquistare prodotti da merchant partner (come Etsy e presto Shopify) direttamente nella chat, senza essere reindirizzati su siti esterni. I pagamenti sono gestiti da Stripe tramite l’Agentic Commerce Protocol. Perplexity Shopping con “Buy with Pro” funziona in modo simile, ma richiede un abbonamento Pro ($20/mese) e utilizza PayPal/Venmo per i pagamenti, offrendo anche un anno gratuito di Pro agli utenti PayPal. Entrambe le piattaforme permettono di chiedere consigli su prodotti e completare l’acquisto senza uscire dalla conversazione.
I merchant che integrano questi sistemi possono raggiungere clienti in un nuovo punto di contatto ad alto intento d’acquisto. Il traffico proveniente da LLM genera tassi di conversione più alti rispetto al traffico organico tradizionale. Inoltre, l’esperienza conversazionale riduce l’attrito nel processo d’acquisto: l’utente riceve raccomandazioni personalizzate, confronta opzioni e acquista in un’unica interfaccia. Per i merchant, significa essere presenti dove le decisioni d’acquisto iniziano sempre più spesso: nelle conversazioni con assistenti IA.
ChatGPT Instant Checkout è disponibile per tutti gli utenti ChatGPT (gratuiti e Plus), ma solo negli Stati Uniti. Perplexity Buy with Pro non ha limitazioni geografiche, ma richiede un abbonamento Pro. Gli utenti PayPal e Venmo possono ottenere 12 mesi gratuiti di Perplexity Pro tramite una promozione attiva nel 2025. Entrambe le piattaforme stanno espandendo progressivamente i merchant partner e le categorie di prodotti disponibili.
La Generative Engine Optimization (GEO) è l’insieme di tecniche per ottimizzare contenuti affinché vengano citati e raccomandati da motori di ricerca generativi come ChatGPT, Perplexity, Gemini e Claude. A differenza della SEO, che mira al posizionamento nelle SERP tradizionali, la GEO punta a far sì che i contenuti siano “citabili, comprensibili e selezionabili” dalle IA. Le metriche chiave cambiano: non più ranking e CTR, ma impression generative (quante volte il contenuto è citato) e posizione nella risposta AI. I contenuti GEO privilegiano struttura chiara, dati aggiornati, earned media e markup semantico rispetto alla densità di keyword.
Studi accademici dimostrano che alcune tecniche GEO possono aumentare la probabilità di citazione fino al 40%. Le strategie più efficaci includono: creare contenuti citabili (definizioni sintetiche, dati concreti, liste, FAQ strutturate); usare markup semantico (schema.org, FAQ schema, JSON-LD); costruire earned media tramite pubblicazioni su media autorevoli e citazioni da terze parti; mantenere contenuti freschi e aggiornati (i modelli generativi privilegiano informazioni recenti); ottimizzare per ogni piattaforma (ChatGPT, Perplexity, Gemini hanno preferenze diverse).
Le metriche GEO sono diverse da quelle SEO tradizionali. Bisogna monitorare: frequenza di citazione (quante volte il tuo contenuto appare nelle risposte AI), posizione nella risposta generativa (primo citato vs menzionato in fondo), impression generative (esposizione totale nelle risposte AI), diversità delle fonti che citano il tuo contenuto. Strumenti emergenti come “AI Visibility Overview” di Wix permettono di tracciare queste metriche. Secondo le ricerche, il traffico da AI già influenza il 6,5% del traffico organico e si prevede raggiunga il 14,5% entro il 2026, rendendo fondamentale misurare la propria presenza nei risultati generativi.