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C’è un momento che tutti conosciamo bene: la fila al supermercato, l’attesa dell’autobus, quei cinque minuti prima di una riunione che non inizierà mai in orario. In tasca, lo smartphone. Un gesto automatico: si sblocca lo schermo e si scorre. Non cercavi nulla di preciso, eppure sei lì, a disposizione.
Quando il marketing entra nei tempi morti: questi attimi che sembrano insignificanti stanno diventando uno dei terreni più interessanti per il marketing. Non più grandi campagne che puntano solo ai prime time televisivi o alle sponsorizzazioni milionarie, ma contenuti brevi, intelligenti, capaci di intercettare l’attenzione proprio nei “tempi morti”.
(tempo di lettura 4 minuti)
Google li ha chiamati “micro-moments”: attimi in cui apriamo il telefono mossi da un bisogno immediato, che sia informarsi, comprare o semplicemente passare il tempo. Sono finestre minuscole, ma potentissime. Chi riesce a entrare in quel varco non ha di fronte un pubblico distratto: ha davanti una persona pronta ad agire subito.
Quando il marketing entra nei tempi morti? Pensiamo alle notifiche personalizzate di Duolingo: arrivano spesso proprio quando ci fermiamo per una pausa caffè o prima di andare a dormire. Non è un caso. È un algoritmo che cerca di “pescare” il momento giusto, quello in cui hai due minuti liberi e sei più incline a riprendere la tua lezione quotidiana.
Questi contenuti non possono essere lunghi né complicati. Funzionano se offrono qualcosa subito: un’informazione utile, un intrattenimento veloce, un piccolo incentivo. Per questo piattaforme come TikTok o Spotify hanno standardizzato formati brevissimi: video da 20-30 secondi, spot audio lampo, messaggi che entrano ed escono in meno di un minuto.
Non si tratta solo di “essere rapidi”: si tratta di rispettare quel tempo. Nessuno, in coda al bar, è disposto a leggere un manuale. Ma un messaggio leggero, chiaro, con un invito semplice? Quello sì, può funzionare.
Il bello di questo approccio è che non invade: si infila nei momenti che spesso noi stessi non sappiamo come riempire. Non toglie tempo prezioso, ma valorizza il tempo “sprecato”.
Immagina una piccola libreria che propone un consiglio di lettura in 15 secondi, proprio mentre sei sull’autobus. O un brand di alimentari che, nell’attesa al supermercato, ti mostra la ricetta del giorno in formato mini-video. Non sono pubblicità pesanti: sono compagni di viaggio nei frammenti vuoti della giornata.
Ovviamente c’è un confine sottile. Usare questi spazi non significa assediarli. Troppi stimoli diventano rumore, e il rischio è che l’utente decida di disattivare le notifiche o ignorare del tutto i contenuti. La sfida sta nell’essere rilevanti e leggeri, offrendo un valore che renda quei cinque minuti migliori, non peggiori.
Il marketing, oggi, non è più solo questione di grandi palcoscenici. Sempre più spesso, la vera partita si gioca negli interstizi: quei piccoli momenti in cui nessuno guarda, ma tutti sono pronti ad ascoltare. Chi saprà entrarci con rispetto e creatività scoprirà che, a volte, i minuti invisibili sono i più preziosi di tutti.
Sono quei frammenti di tempo — pochi secondi o minuti — in cui, senza pensarci troppo, prendiamo in mano lo smartphone. Non hanno un programma preciso, ma proprio per questo diventano spazi d’oro per chi sa proporre contenuti rapidi e utili.
Perché in quei momenti la mente è “aperta”: non cerchiamo un contenuto lungo, ma siamo pronti a interagire con qualcosa di semplice. Un consiglio veloce, una ricetta in 30 secondi, una promo da salvare… spesso da lì parte un’azione concreta.
Dipende da come lo si fa. Se il contenuto è leggero, pertinente e utile, può addirittura migliorare quei minuti di attesa. Se invece diventa bombardamento o distrazione fastidiosa, si trasforma in rumore da evitare.
Assolutamente no. Una piccola libreria, un bar di quartiere o un e-commerce locale possono sfruttare i micro-momenti con contenuti semplici: una citazione, un consiglio del giorno, una mini-offerta. Non servono grandi budget, ma creatività e tempismo.
Inizia osservando i tuoi clienti: quando hanno dei minuti liberi? In pausa pranzo, in coda, sui mezzi pubblici? Crea un contenuto pensato per quello spazio: breve, chiaro, con un invito semplice (“scopri di più”, “salva per dopo”). È il primo passo per trasformare i tempi invisibili in occasioni reali.